Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: ricevente

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Le due vie

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Brandi, Cesare 37 occorrenze

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determinata in un individuo ricevente o fruitore. Per cui ogni considerazione sulla struttura, quanto sul modo di affiorare dell’opera ad una coscienza

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Il secondo punto di stazione non sarà neppure il punto di stazione di un determinato spettatore o ricevente, ma considererà l’opera d’arte

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dialettizzazioni perciò non riguardano l’opera in sé, ma il modo col quale avviene la recezione da parte dello spettatore ricevente.

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nell’opera d’arte1, non sembrava possibile che lo spettatore-ricevente potesse configurarsi in modo diverso dal predetto: ché, se si autorizzava a

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, che è di essere offerta a sua volta ad una coscienza, donde lo stesso autore, appena compiuta l’opera, è spettatore-ricevente e non può più

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pertanto sia lasciata la fase mancante come in balia dello spettatore-ricevente; noi non inventiamo per comodo tre modi di essere dell’opera d’arte

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D’altro canto l’intervento per compensazione da parte del ricevente-fruitore non può ritenersi o nullo o disprezzabile in quanto che, quello che si

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ricevente — si integri, questi, o no — ma sull’apertura che è offerta dalla stessa struttura formale dell’opera. È chiaro che, pur se la possibilità da

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spettatore-ricevente, il messaggio preferenziale dell’opera; talché, la desunzione stessa di questi sensi, o principali o collaterali, rimanga

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del ricevente, e che questo punto di stazione, se non è integrato da quella specie di triangolazione che si produce con l’analisi della struttura del

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due punti di stazione, per di più erroneamente identificati come quello dell’autore e quello del ricevente. La mimesi dovrebbe essere dalla parte dell

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al di là di quei primi termini che s’incontrano, l’autore e il ricevente. In realtà espressione e impressione provengono non già da due punti di

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’origine, identica per l’artista come per il ricevente, dell’opera aperta, dell’integrazione all’opera.

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a confluire sullo spettatore-ricevente, come quando si tira in barca la rete. A questo punto parrebbe che il nodo della questione fosse già sciolto

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parte del ricevente o fruitore, si trovano nella necessità di buttare alla deriva tutta o una parte della specificità dell’opera d’arte, sia, come

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) del ricevente ha avuto gravi riflessi, già nell’Ottocento, non solo ovviamente nella teoria dell’arte, ma anche come condizionamento del concreto fare

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Nell’autore l’atto simbolico della costituzione di oggetto si esaudiva e si esauriva nella formulazione d’immagine, ma nel ricevente le eventuali

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La recezione dell’opera d’arte come tale indizia allora la collimazione reciproca dell’opera d’arte e della coscienza ricevente, ma proprio per

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termini abbreviati, basta per sottolineare che l’oggetto si dà nella percezione come in un riassunto personale del ricevente e che nell

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collimazione reciproca, che, all’atto della recezione, avviene fra l’opera e la coscienza ricevente, perché, proprio in quel momento, la coscienza

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ricevente, non apparirà arbitrario presupporre che l’opera d’arte difficilmente verrà intenzionata solo in quel modo, l’unico legittimo, che si è descritto

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Si sono così distinte le attitudini fondamentali che possono essere assunte dal ricevente verso l’opera d’arte. In primo luogo sta l’attitudine di

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Nelle due ultime attitudini l’opera d’arte ha dunque subito, nella coscienza del ricevente, una valutazione che finora non si era incontrata, e cioè

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c’è di nuovo, poiché quel che c’è di già conosciuto si trova ormai integrato al ricevente e appartiene al suo sistema interiore. Da questa riduzione

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quanto possa modificare il comportamento umano, e quindi in primo luogo rispetto al ricevente e in secondo luogo rispetto al mezzo di trasmissione

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della recezione dell’opera d’arte, pur se la si inquadri solo sotto quest’ultimo aspetto, e cioè dalla parte del ricevente. In questo senso l’estensione

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La originalità e la ridondanza passano dunque dalla parte del ricevente; come è giusto, e, in tal senso, avranno una consistenza estremamente

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perché viene a fondere in una due esperienze diverse, in due momenti diversi, quella dell’artista e quella del ricevente. Ma nel Dewey la seconda

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asserisca che qualcosa si comunica, voglia o no l’artista, ci si può credere [...] ma quel che si comunica, allora, dipende da quello che il ricevente

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posizione subisce, dal ricevente all’artista, che si accusano, come rilevava il Boas, nei cambiamenti di significato della parola «arte». L’analisi

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comportamento preferenziale: se io dico Giulio è buono, questo termine buono è un apprezzatore, se l’interprete (il ricevente) sia disposto ad attribuire

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fotografia rispetto alla cosa fotografata 38. Come dunque l’apprezzatore doveva riporre l’opera d’arte tutta dalla parte del ricevente, così nell’iconicità

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’estetica segnica deriva dunque dal fatto che mentre il segno è segno proprio in base ai comportamenti a cui dà luogo nel ricevente (o interprete

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genealogia anche nell’Estetica hegeliana, per eplicitare l’arte come comunicazione, non sente la necessità di passare dalla parte del ricevente, e pone la

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del ricevente in base al riconoscimento dell’opera d’arte come intenzionalità oggettualizzata. La feracità del principio 53: «l’intenzionalità, che si

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ricevente, sia che ciò avvenga per un contemperamento con le richieste del ricevente, sia che l’artista accetti di trasporsi, coscientemente o no, e più

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, per di più pretendendo di surrogare l’indagine sulla struttura con la registrazione del comportamento del ricevente. Quasi che la trasformazione della

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